Papa Francesco: «Benedetto, che la tua gioia sia perfetta!»

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Funerali


«Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!». Si è conclusa con queste parole l’omelia di papa Francesco per i funerali del Papa emerito Benedetto XVI, giovedì 5 gennaio in una piazza San Pietro gremita di fedeli fino all’inverosimile.

L’omelia è tutta dedicata alle ultime parole pronunciate sulla croce, «il suo ultimo sospiro – ha esordito il Papa -, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli».

«Il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore», ha spiegato il Papa: «“Guarda le mie mani”, disse a Tommaso, e lo dice ad ognuno di noi. Mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l’amore che Dio ha per noi e crediamo in esso».

«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito – ha proseguito Francesco citando le ultime parole di Gesù – è l’invito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù».

«Vogliamo affidare il nostro fratello alle mani del Padre»

«Anche noi, saldamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che marcò la sua vita, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme e affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita», ha proseguito il Papa nella parte finale dell’omelia riferendosi a Joseph Ratzinger.

Poi la citazione di san Gregorio Magno: «In mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere, e che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu mi presterai l’aiuto dei tuoi meriti per sollevarmi».

«È la consapevolezza del Pastore che non può portare da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato», il commento di Francesco: «È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni. Vogliamo dire insieme: “Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito”».

Con l’arrivo di papa Francesco sul sagrato della basilica vaticana, in carrozzella, e il contemporaneo svolgimento della processione dei concelebranti – cardinali, arcivescovi, vescovi, sacerdoti, patriarchi – dall’interno della basilica alle postazioni ai lati del palco papale, è cominciata la Messa esequiale per il Papa emerito Benedetto XVI, in una piazza San Pietro già gremita in ogni ordine di posti.

Papa Francesco presiede il rito, tutto in latino, e ha pronunciato l’omelia, mentre il celebrante è il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. 3.700 i sacerdoti presenti, a cui vanno aggiunti i cardinali e i vescovi.

Il Vangelo aperto sulla bara

Al centro del sagrato, su una pedana rivestita di velluto rosso, il feretro di Joseph Ratzinger, con il Vangelo aperto. Mons. Georg Gänswein, il suo segretario particolare, che ha deposto il Vangelo sulla bara e l’ha baciata, è seduto accanto alle «memores domini» che sono state “l’ombra” di Benedetto XVI nel monastero Mater ecclesiae. Poco dopo la delegazione italiana, guidata dal presidente Sergio Mattarella che siede accanto al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

In 200 mila hanno reso omaggio

Fino a ieri, 200 mila persone avevano reso omaggio alle spoglie di Joseph Ratzinger in basilica, superando ogni aspettativa della vigilia.

Piazza piena fin dal mattino, campane a morto in basilica e applausi per la bara

Alle 8.50 in punto, come da cerimoniale, la bara di cipresso con le spoglie del Papa emerito Benedetto XVI è stata trasportata dalla basilica sul sagrato dai sediarii, i Gentiluomini di Sua Santità. Dalla piazza, già piena, e dai cardinali, vescovi e sacerdoti presenti è partito subito un caloroso applauso, che si è ripetuto più volte, e in particolare quando mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa emerito, ha adagiato e aperto il Vangelo sulla bara, deposta al centro del sagrato, e si è inginocchiato per baciarla. Poi la folla di fedeli ha cominciato a recitare il Rosario. Sullo sfondo, il suono delle campane a morto provenienti dalla basilica.

Articolo tratto dal portale della Diocesi Chiesadimilano.it

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